[aesop_audio title=”Il porto” src=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/intro_porto2.mp3″ loop=”on” viewstart=”on” viewend=”off” hidden=”on”] [aesop_parallax img=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/boa_web.jpg” parallaxbg=”on” caption=”di Egidio Distante e Alessandro Marocchini” captionposition=”bottom-left” lightbox=”on” floater=”on” floatermedia=”Il vecchio Faro” floaterposition=”center” floaterdirection=”up”]

 

 

[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]Il pescatore stava sciogliendo la gomena dalla bitta, cosi come faceva da anni ogni mattina.
Il sole stava timidamente salendo e la sua fioca luce stava iniziando a illuminare l’orizzonte, pervaso da una coltre di nubi .
Mentre la sua barca prendeva il largo tra gabbiani e onde, Francesco volse lo sguardo verso sinistra e guardò con un sorriso sua nipote che stava osservando affascinata il mare.
Francesco era un pescatore di Fiumicino, aveva un carattere burbero ma un grande cuore.
I momenti passati con la sua nipotina Aurora erano speciali per lui. I più belli.
Aurora non era certo più una bambina, aveva 16 anni ormai e stava crescendo ma per suo nonno sarebbe rimasta sempre quella bambina sorridente e dai riccioli biondi che rideva ad ogni sua battuta.
Aurora amava il mare. Amava il modo in cui le onde che si infrangevano sullo scafo le bagnassero il viso, l’odore cosi pungente della salsedine che le faceva stropicciare il naso, i gabbiani che cantavano e volteggiavano sulla sua testa, l’orizzonte maestoso che sembrava non finire mai. Amava stare con suo nonno Francesco.

[/aesop_content] [aesop_parallax img=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/pesche-1-di-1_web.jpg” parallaxbg=”on” caption=”Una nave di pescatori al largo (foto di Egidio Distante)” captionposition=”bottom-left” lightbox=”on” floater=”on” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]

 

 

 

[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”right” floaterdirection=”up”]Quel giorno Francesco volle uscire in barca insieme a lei ma già sapeva che sarebbe stata un giornata poco proficua dal punto di vista del pescato: alcuni suoi colleghi lo avevano avvertito. Non era proprio giornata.
Colse allora l’occasione per stare insieme a sua nipote Aurora e godersi il mare insieme a lei.
Era la sua vita il mare, lo amava e lo rispettava dal profondo del suo animo.
Francesco stava per uscire dalla foce del Tevere, lì dove fiume e mare si incontrano, dove le due forze della natura si abbracciano in uno scontro di correnti e dove, in una danza violenta ma bellissima, si uniscono.
Aurora amava quel punto, la barca veniva avvolta dalle onde, danzava forsennatamente e a lei sembrava di essere su una giostra del luna park. Come era bello per Francesco vedere la nipotina ridere e scherzare mentre la barca ballava con forza tra le onde del mare.
Alla fine della foce ecco che sulla loro destra apparve in tutta la sua bellezza il vecchio Faro, compagno di vita di Francesco e di tanti marinai e pescatori che ogni giorno si inoltravano per il mare, a volte impetuoso, a volte placido ma sempre orgoglioso della sua natura selvaggia e primordiale.
Francesco indicò il Faro ad Aurora che subito accorse sulla dritta della barca e affacciandosi al parapetto, scrutò curiosa il vecchio Faro.

[/aesop_content] [aesop_parallax img=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/faro_onda_web1.jpg” parallaxbg=”on” caption=”Il vecchio faro (foto di Egidio Distante)” captionposition=”bottom-left” lightbox=”on” floater=”on” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]

 

[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]Quante volte Aurora aveva superato gli scogli e con suo nonno era salita fino sopra il Faro, affacciandosi al suo parapetto e osservando rapita il mare, la terra, il cielo e le nuvole che danzavano con esso.
Suo nonno Francesco le spiegava paziente ogni cosa: i cicli lunari, le onde del mare, gli abitanti delle spiagge e dell’acqua, le leggende marinare che si tramandavano da secoli. Aurora rimaneva estasiata, a bocca aperta, mentre suo nonno le raccontava storie fantastiche di pirati e sirene, di gabbiani parlanti e arcobaleni magici che univano i regni del mare e della terra. Francesco si divertiva a raccontare storie e a osservare le reazioni esageratamente sorprese della nipote.
Era vecchio e stanco ma ringraziava il cielo e il mare per ogni momento passato con la gioia della sua vita.

[/aesop_content] [aesop_image img=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/farolontano.jpg” align=”left” lightbox=”on” caption=”Tempesta sul Faro (foto di Egidio Distante)” captionposition=”left”]

 

Erano passati diversi giorni dalla sua ultima uscita con Aurora e Francesco aveva ripreso la sua vecchia vita da pescatore.
Alcuni suoi amici, tornati da un’uscita di 5 giorni, gli parlarono di alcuni immensi  banchi di pesci al largo della costa, pesci enormi, azzurri e smeraldo.
Francesco non voleva pescarli, erano anni che era in pensione e sinceramente era più incuriosito dalla descrizione di quei magnifici pesci che dalla voglia di catturarli. Voleva solo osservarli e magari pescarne un paio da portare a sua nipote, per fare una bella cena insieme.
Ma il tempo non era affatto clemente.
Una tempesta si stava avvicinando e molti suoi colleghi gli avevano sconsigliato di uscire, troppo pericoloso con quelle nuvole nere e minacciose.
Ma Francesco era testardo e sentiva quella come una sfida ancora più interessante da affrontare. La sua ultima avventura in mare aperto.
Cosi tolse l’ancora, sciolse la gomena e iniziò a viaggiare con la sua barca verso ovest, verso il mare aperto.
Il vento iniziò a soffiare più forte.
I gabbiani volavano bassi e gridando a squarciagola si dirigevano rapidi verso la terra ferma.
Il mare si agitava, era nervoso e le onde ora si facevano più grandi e inquiete.
Non era più il placido mare che cullava Francesco e sua nipote.
Si stava trasformando nel mostro che inghiotte tutto.

 

 

[aesop_audio src=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/tempesta.mp3″ loop=”on” viewstart=”on” viewend=”off” hidden=”on”] [aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]Mentre il cielo si scuriva, le nuvole viaggiavano rapide e alcuni tuoni rimbombavano nel profondo, la barca di Francesco venne inghiottita dall’oscurità e dal mare. Di lui si persero le tracce.
Da quel dì, ogni giorno Aurora saliva sugli scogli, superava l’insenatura di mare e detriti di legno e si recava al vecchio Faro.
Saliva le scale e poi si affacciava sul parapetto scrutando l’orizzonte, attendendo il ritorno del suo nonno.
Con sè aveva anche un vecchio walkie talkie, gliel’aveva regalato Francesco e gli aveva detto che con quello avrebbero potuto restare in contatto ovunque egli si trovasse.
Aurora lo chiamava ogni ora.
Provava a mettersi in contatto con lui.
Urlava al mare e al cielo di resituirgli il suo amato nonno.
Ma il mare ed il cielo erano sordi.
Solo il vecchio Faro era lì accanto a lei, le teneva compagnia, le dava conforto e le ricordava i bei momenti vissuti insieme fino a poco tempo fa.

[/aesop_content] [aesop_parallax img=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/signore_web.jpg” parallaxbg=”on” caption=”Il pescatore (foto di Egidio Distante)” captionposition=”bottom-left” lightbox=”on” floater=”on” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]

 

[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]I giorni passavano e nulla sembrava accadere.
Le barche tornavano. I pescatori pescavano. Il mare cantava e danzava in ogni onda che infrangeva gli scogli.
E Aurora attendeva il nonno dal balcone del vecchio Faro.

[/aesop_content] [aesop_parallax img=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/faro_colori_web.jpg” parallaxbg=”on” caption=”Il vecchio Faro al tramonto (foto di Egidio Distante)” captionposition=”bottom-left” lightbox=”on” floater=”on” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]

 

[aesop_audio src=”https://www.visitfiumicino.com/wp-content/uploads/2015/11/the-end2.mp3″ loop=”on” viewstart=”on” viewend=”off” hidden=”on”]

 

 

[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up”]Un pomeriggio, verso l’imbrunire, accadde qualcosa.
Aurora scrutava l’orizzonte e da dietro un’onda vide qualcosa, una barca, che ondeggiava placida ma risoluta verso il fiume.
Sembrava vagamente familiare, sentiva un tremito nelle mani, il cuore iniziò a pulsare più forte.
Mentre la barca si avvicinava Aurora cercava con tutte le forze di capire chi fosse. In modo nervoso si spostava da una parte all’altra del balcone, cercando inutilmente un punto migliore per osservare l’orizzonte.
Era tardi, il sole stava calando e molti pescatori erano già tornati in darsena.
Chi poteva essere quel viandante solitario che stava navigando verso terra?
Aurora strinse gli occhi, come se potesse trasformarli in un binocolo e provò a guardare meglio il punto nero che si avvicinava. Nulla, non riusciva a capire chi fosse.
Poi d’improvviso il walkie talkie gracchiò qualcosa di incomprensibile.
Via via il suono divenne più pulito. Più regolare.
Aurora corse a prendere il walkie talkie e iniziò a chiamare il misterioso interlocutore.
Non udiva più nulla.
Riprovò a chiamare. Nulla.
Stava per ritentare quando sentì di nuovo la voce di qualcuno.
Alcune parole erano incomprensibili, alcune chiare, ma la voce, la voce era,
Era suo nonno che la chiamava!
Era lui all’orizzonte!
Dopo pochi minuti la barca si avvicinò a riva e Aurora corse a perdifiato sugli scogli rischiando di rompersi un osso pur di riabbracciare il suo amato nonno.
Francesco gli corse incontro e si strinsero in un lungo abbraccio. Finalmente erano di nuovo insieme.
Nonno e nipote. Il vecchio pescatore e la giovane sognatrice.
Salirono mano nella mano su per le scale del vecchio Faro e uscirono sul balcone.
Rimasero lì per qualche attimo, con gli occhi chiusi, respirando il profumo della salsedine e ascoltando il suono del mare.
Poi si guardarono negli occhi e sorrisero.
Il vecchio Faro rimase lì ad ascoltarli mentre parlavano dell’avventura di Francesco, in silenzio. Solitario.
Antico guardiano delle vite che scorrevano accanto a lui come il fiume e il mare.

[/aesop_content]

 

Musiche:
– Scarborough Fair
– Virtutes Instrumenti
– An Irish Blessing
Foto di Egidio Distante
Testi di Alessandro Marocchini

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